mercoledì 24 febbraio 2016

LA DIETA CHETOGENICA (LCHF) E' DAVVERO UTILE PER I DIABETICI DI TIPO 1?

Nei Paesi Anglosassoni all'interno della Comunità Diabetica al giorno d'oggi sono sempre più diffuse le cosiddette DIETE CHETOGENICHE o LOW CARB HIGH FAT (spesso abbreviate con "L.C.H.F.", cioè alla lettera "Pochi Carboidrati e Molti Grassi") incluse le numerose sottocategorie che comprendono ad esempio la Dieta AtkinsScarsdale, Dukan, Mayo, Tisanoreica, del Sondino e così via, tutte rigorosamente basate sull'eliminazione o riduzione drastica dei carboidrati da una parte ed eccessi di GRASSI e PROTEINE dall'altra, che secondo alcuni "esperti", sarebbero in grado di migliorare il compenso glicemico nonché utili per perdere peso rapidamente. Il problema di fondo è che tali esperti (alcuni dei quali famosi nutrizionisti o diabetologi americani) la maggior parte delle volte citino solo i loro benefici, dimenticandosi di elencare anche le numerose controindicazioni e rischi che tali regimi nutrizionali comportano, come ad esempio:

1) Affaticamento di RENI e FEGATO provocato dal superlavoro cui sono sottoposti per smaltire i Corpi Chetonici che un diabetico può misurare tramite i test della Chetonemia (livello di chetoni nel sangue) e Chetonuria (livello di chetoni nelle urine). Solitamente i corpi chetonici sono provocati sia dalla carenza o assenza di insulina nel corpo che dalle diete che prevedono un'assunzione limitata o addirittura nulla di carboidrati.

2) Carenze vitaminiche e di minerali legate all’eliminazione quasi totale di frutta e verdura; non è un caso, infatti, che a coloro che scelgono questi regimi alimentari vengano generalmente consigliate integrazioni vitaminiche e di minerali.

3) Altri problemi cui vanno spesso incontro coloro che scelgono una dieta iperproteica sono Alitosi, Astenia, Cefalea e Stitichezza.

4) Un altro aspetto di cui un Diabetico di Tipo 1 deve tenere conto nel caso si opti per un regime alimentare iperproteico è il rischio che lo stato di CHETOSI, non necessariamente pericolosa nel breve termine, evolva in CHETOACIDOSI (DKA), condizione che può avere gravissime conseguenze, come il coma o addirittura la morte, il cui indicatore principale è il ph del sangue che può scendere a valori inferiori a 7.30 (Range Normalità: 7.35 - 7.45).

Questo è uno dei motivi per i quali i modelli alimentari chetogenici spesso vengano proposti soltanto per periodi di tempo limitati, a maggior ragione se parliamo di pazienti affetti da Diabete di Tipo 1.


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